In uno studio del 2018, pubblicato su Journal of Veterinary Behavior, “Barriers to the adoption of humane dog training methods”,Todd si interroga sulle cause che ostacolano l’utilizzo di metodi “umani” nell’ addestramento/educazione dei cani.
Todd osserva che, nonostante l’uso di metodi avversivi sia un problema per il benessere degli animali, la maggior parte dei proprietari di cani continui ad utilizzare punizioni e rinforzi negativi nell’addestramento/educazione.
Nello studio emerge che nel 2015 in Italia ben il 55% delle persone intervistate dichiara di ricorrere al fai da te. Di questi il 13% vanno ad intuito ed il 42% prende le informazioni sul web, dalla tv o in qualche libro.
Una cosa del genere succede negli Stati Uniti, dove le persone che hanno cani con problemi di comportamento ricorrono molto frequentemente al fai da te.
I consigli recuperati con il fai da te, vanno dall’uso di collari a strozzo e con le punte, al forzare il cane a terra usando il guinzaglio, insegnare il “guardami”.
Quello che salta fuori è che, se anche i proprietari di cani decidono di consultare un libro, i libri più popolari di training contengono informazioni non corrette e che la personalità dei proprietari può influenzare la scelta sul tipo di metodo.
In conclusione quello che ostacola la diffusione, presso i proprietari di cani, di metodi “umani” oltre alle loro scarse competenze tecniche sono: il fai da te, la qualità scarsa delle informazioni nei libri (web) popolari, la mancanza di regolamentazione della figura dell’ educatore/addestratore e il continuo uso di tecniche avversive da parte di trainer.
Queste sono tutte cose che noi Educatori/Istruttori purtroppo sappiamo bene per esperienza.
Le persone, anche con le migliori intenzioni, prendono le loro informazioni su TikTok, Youtube, serie di tv, da pagine web. Il problema del reperimento delle informazioni è davvero serio, perché, se è vero che poter cercare le informazioni direttamente senza intermediari ci da accesso ad un’infinità di materiale, è pur vero che, proprio per questo, bisogna cominciare a sviluppare uno spirito critico e vagliare bene le fonti.
Oggi chiunque, può svegliarsi la mattina e mettersi a produrre tutorial, video, scrivere un libro e non è facile poi per le persone scremare le informazioni corrette da stupidaggini, leggende e falsi miti.
La cosa non sarebbe così grave, se non fosse che, proprio come emerge dallo studio di Todd, le informazioni e i consigli che trovate in rete sono per gran parte non corretti e basati su approcci punitivi.
Per cui il rischio di fare danni anche importanti affidandovi a quello che trovate in rete è davvero consistente.
Il consiglio quindi è di non prendere mai per oro colato quello che leggete o vedete, nemmeno se la pagina dove lo vedete ha una quantità di follower (che sono solo proprietari proprio come voi, con le vostre stesse conoscenze).
Cominciate a farvi domande su ogni singola affermazione che leggete. Non date per scontato niente. Guardate alla sostanza e ricordate che il dubbio e la curiosità sono alla base della conoscenza e che la realtà è complessa, per cui tutte le regolette facili, i consigli detto fatto, 9 su 10 sono bufale.
Quello che cercheremo di fare insieme è di allenare la nostra capacità di osservazione, il nostro spirito critico.
Vedremo come sia possibile vivere, educare, anche allenare un cane, senza uno straccio di violenza e come questo non solo sia possibile, non solo sia l’unica via eticamente accettabile, ma sia anche quello che decisamente vi conviene fare, perché da risultati giganteschi e duraturi.
Scritto da: Stefania Buonarota